Meglio il Content Chic, del Content Shock.

Si parla molto di Content marketing, in un momento in cui il Content Shock è prossimo a raggiungere livelli mai visti fino ad ora.

Il “sistema” produce più contenuti di quanto noi umanamente possiamo leggerne: è un mercato in cui la domanda, ossia la possibilità per i lettori di leggere contenuti, è diventata o è prossima a diventare minore dell’offerta di contenuti, che le aziende i professionisti o i privati, producono e caricano online.

Come procedere in questa fase?

Sicuramente meglio il Content Chic del Contenuto di quantità.

In sostanza: non basterà più produrre contenuti, sarà necessario produrre contenuti in cui la qualità farà la differenza sulla quantità, in cui il contenuto per il cliente non sarà più sufficiente, bisognerà fare un salto ulteriore e pensarlo per il collegamento del cliente (i più lo chiameranno fan dei fan), di modo da ottimizzare al massimo lo sforzo editoriale. 

Qual è un contenuto di qualità?

I Content chic, contenuti di qualità e utili, sono quelli effettivamente più ricercati dagli utenti, che soddisfano i loro bisogni, risolvono i loro problemi e dolori.

In una prima fase bisogna quindi svolgere un ottimo lavoro di Analisi.

Oggi l’online ci consegna grandi possibilità di ricerca e molti strumenti ci agevolano il lavoro in questo senso: dal social media listening fino a strumenti di google, le ricerche sul web e molto altro.

Capire che cosa la gente vuole, cosa la incuriosisce, quali sono le loro passioni, necessità, qual è il loto intento e le paure che stanno vivendo è fondamentale per un ottimo piano di Content Marketing, per aggiungere al meglio il nostro Content chic.

A posteriori delle ricerche, per consolidare il lavoro di analisi, un ottimo spunto è confrontarsi con gli insight che arrivano da tutti i dipartimenti aziendali, un bagaglio di informazioni e di esperienze che quotidianamente l’azienda vive e che sono ottima fonte d’ispirazione.
Sto parlando del lavoro quotidiano dell’azienda, che vive il rapporto con il cliente in prima persona, dal commerciale al customer care, dal tecnico al reparto operativo.

Chiunque abbia contatto con il cliente e che possa consegnarci informazioni utili al progetto.

In parallelo individuare la concorrenza e i “falsi concorrenti” è fondamentale per identificare elementi di differenziazione: dagli aspetti più profondi del purpose e del posizionamento, fino ad arrivare agli aspetti consequenziali di sviluppo della comunicazione: il content marketing.

Tutto deve essere coerente con la vostra identità aziendale e il vostro scopo.

Una volta terminata la fase di analisi si procede con la definizione degli obiettivi: qual è l’obiettivo che il piano di contenuti deve raggiungere?

Il content chic deve essere uno strumento di supporto ai clienti, uno strumento per raccogliere contatti, per agevolare il processo di vendita, per creare leadership.

In questa fase l’importante lavoro di analisi sviluppato precedentemente aiuta moltissimo, sappiamo come coinvolge di più la nostra audience, che cosa cerca abitualmente e come possiamo essergli d’aiuto.

Definiti gli obiettivi si procede con la progettazione.

La progettazione è diretta conseguenza dei canali di comunicazione che vogliamo attivare con il nostro piano di content marketing, e segue precise regole di calendario che devono essere innanzitutto sostenibili: creando una cadenza di pubblicazione e abitudine nel nostro pubblico.

Ogni canale ha orari strategici di pubblicazione, tono di voce dedicato e formato ideale.

Il canale deve avere poi le rispettive regole di fruibilità di contenuto, non possiamo pensare che un contenuto web possa avere la stessa fruibilità di un contenuto facebook o instagram. Il Content chic avrà delle regole di scrittura dettate dal motore di ricerca, per massimizzare la visibilità del contenuto stesso, mentre i social dovranno avere una fruibilità più nativa, più in linea con lo stile della piattaforma stessa.


Soprattutto il canale scelto deve essere essere individuato perché strategico per la nostra audience. È un contenuto che serve a chi? La piattaforma ci da la possibilità di parlare a quel segmento di persone? Dobbiamo sfruttare tutto il potenziale del nostro sforzo editoriale.

Terminata la delicata fase progettazione, dobbiamo pianificare il monitoraggio.

Individuiamo dei KPI che soddisfano i vostri obiettivi iniziali, come diretta conseguenza della vostra strategia.

I KPI di monitoraggio sono molti, il nostro consiglio è quello di individuare poche metriche ma rilevanti, in questa fase semplificare è meglio di complicare. Qual è la KPI più in linea con il nostro obiettivo?

È un lavoro costante e continuo, con cadenza mensile, trimestrale o semestrale, verificate quale contenuto ha performato meglio e ritarate quello che non è andato bene, di modo da garantire sempre un processo di miglioramento costante.

Ripetere le fasi iniziali di analisi e ridefinizione della progettazione, almeno annualmente è poi fondamentale, gli scenari, i mercati e le persone cambiano, facciamo in modo che non ci siano grossi scostamenti dalle valutazioni iniziali.

Per concludere: il giusto mix di creatività e di persuasione sono giusti condimenti per fare in modo che la vostra strategia di contenuto abbia veramente successo e che sia Content chic per il vostro pubblico.